Love on the 38th Parallel South

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L’amore è oggi un pensiero messo alle strette. Ce ragazze italiane melbournel’abbiamo tutti in testa, ma chissà quante di noi ci credono. O viceversa?

Già in Italia negli ultimi anni assistevamo a una specie di deriva individualistica, e lo stare insieme nonostante le difficoltà pareva ormai una frase da sentire ai matrimoni (degli altri) e poi metter via. E se poi per forza di cose ci si ritrova a vivere in pianta stabile in Australia e si lascia una porta aperta alla possibilità di accasarsi, o almeno solo a una possibilità di…, beh, alla fine con sgomento ci si accorge che downunder quel fenomeno assume le proporzioni di una cascata impetuosa. I mean, non c’è fine al peggio.

Una roba dell’altro mondo per noi dall’indole romantica.

Ovviamente le differenze culturali, le difficoltà linguistiche e le barriere sociali pesano molto e non fanno che accentuare il senso di solitudine di chi emigra. Ma in assenza delle manifestazioni di Amore con la a maiuscola, allora uno pensa: – ok, consoliamoci con il sesso – e invece anche lì la situazione può essere davvero disperata.

Abituate dall’Italia alla poesia dei ripetuti, intensi e prolungati sguardi che si incrociano sui mezzi pubblici o nei locali, noi donne in Australia possiamo tranquillamente dire di sentirci trascurate e, se non fosse ormai toppo tardi, rivalutare l’insistenza, la testardaggine e le carinerie più o meno goffe del maschio italiano.

Ogni giorno per le strade di questa città ognuno vive nel proprio mondo, in silenzio, occhi bassi, la faccia inclinata sul telefonino. L’odore del dopobarba come schermo al mondo esterno e la cura nel vestire degli uomini e delle donne più o meno in carriera sembra essere tutta fine a se stessa. Il venerdì sera è un’altra musica, come ritrovarsi su un altro pianeta. In tutti i locali, da South Yarra a Brunswick, it’s a bull parade, chi sarà colei che saprà domarli?

Finally, sabato sera. Ce n’è per tutti i gusti. Uomini in camicia bianca stirata dai muscoli ben pompati e la pelle irritata dalla ceretta così come si conviene. Altri annichiliti da jug di birra a nastro che tentano di avvicinarsi ma la pancia è troppo invadente e l’andatura instabile. I più intrapredenti tentano l’approccio laterale, fingendo nonchalance per la difficoltà nel metter a fuoco la preda. Poi si avvicinano e ti toccano il sedere sgraziatamente, così senza convinzione. Quando tu reagisci loro si giustificano dicendo: – se lo faccio alle Australiane loro si fanno una risata – tu li fulmini con lo sguardo: – Ah si? Ma se lo fai a me io te la taglio quella mano, you know what I mean? -.

Altri, magari pure carini, parlano per ore tra loro e ti ignorano in modo demoralizzante; gli puoi girare intorno, andarci a sbattere rovesciandogli la birra addosso, ma loro niente. Non rimedi neanche un no worries. Ti consoli dicendoti che forse sono gay, ma sai che di fatto non lo sono, questo perchè oramai hai imparato a riconoscere i gay anche insospettabili, quelli che si mostrano tenebrosi e virili ma ti si svelano con un semplice movimento delle mani.

In tanti sono già sposati con figli, ma non lo diresti mai a guardarli, lontani anni luce dall’idea di padre che tu serbi dentro. Non ti puntano affatto, però ti guardano a intermittenza, poi magari ci attacchi bottone e va a finire che ci parli per un po’ di musica, viaggi, Sud-Est asiatico, Europa ovviamente, e di intere prospettive esistenziali che convergono magicamente fino a farti pensare: – però, questo alla fine merita -. Ma ecco che lui all’improvviso ti mostra la foto del bimbo che avanza gattoni verso la macchina fotografica. Altri lo tengono nascosto fino alla fine, fino a casa loro, quando sul vialetto ti chiedono di fare piano perché il figlio dorme e non bisogna svegliarlo. Allora non ti resta che alzare gli occhi al cielo e dire rassegnata: – va bene, mi potresti chiamare un taxi per piacere? – I più gentili si offrono anche di pagarlo.

Anyway, se dopo mesi e mesi scivolati via così, fra speranze e delusioni, e piccole scintile non particolarmente degne di nota alla fine mi son fatta convincere e mi sono iscritta al dating online. Tutta colpa della mia coinquilina, la cui sorella ha conosciuto lì, proprio su quel sito Internet, il famigerato uomo perfetto. (Arial Round MT Bold)

———- ♦ ——— אמת ——— ♦ ———-

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Source: Arial Round MT Bold - Credits Photo: Giorgia Maselli

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