One Night in Monbulk

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Monbulk, è una ridente cittadina distante circa 40 km a nord est di Melbourne. Sono circa due mesi che  vivo qui.
Secondo le stime ufficiali del Governo Australiano, conta una popolazione di 2715 abitanti, altrettanti pappagalli, qualche uccello mai visto prima in vita mia, un opossum altezzoso che vive nel nostro giardino e qualche serpente.
Questa ridente cittadina è placidamente adagiata nella Yarra Valley. Una delle più importanti regioni agricole dello stato Victoria, che si estende per ben 2500 km di campagna, è molto rinomata per la produzione di vino.
La maggior parte degli abitanti della Yarra Valley sono australiani di origini europee, in prevalenza italiani ed olandesi i cui genitori sono emigrati in Australia dopo la Seconda Guerra Mondiale ed attualmente gestiscono con notevole capacità le industrie del vino e dei fiori.
Essendo l’agricoltura, l’attività economica più diffusa nella regione è facile supporre come la gente del posto abbia un temperamento particolare, tipico del Country Australiano che non contempla formalità e delicatezza negli atteggiamenti.
Al contrario però di quanto si potrebbe supporre bisogna dire però che questi contadini australiani sono molto divertenti e particolarmente ospitali.
Il sabato sera di cui si parla in questo articolo è una tipica serata invernale con una temperature di circa 10 gradi e piogge sempre presenti. In questo periodo dell’anno il paese è completamente deserto, nessun bar o pub aperto, solo una pizzeria d’asporto che alle 22 ha già la saracenica abbassata e bidoni pieni di cartoni e immondizia vari al posto dei classici vasi di fiori.
Sabato scorso io e il mio amico di avventura Salvatore da Benevento, approdato in Australia dopo due anni passati nei migliori ristoranti di Oxford, siamo stati invitati per un cena a base di carne a casa di Joe, un ex-tedesco, ora australiano, quarantasettenne amico di Peiter il mio coinquilino olandese appassionato della corde ripetitive degli Oasis e di Cat Stevens.
Joe, nella sua casa di campagna, ha realizzato un piccolo bar all’interno con barbecue e un frigorifero sempre pieno zeppo di birre, in pieno country Style e spesso invita i suoi amici campagnoli a serate che possono essere definite a metà tra un addio al celibato e una cena tra operai.
Questa volta ho avuto l’onore di parteciparvi.
Il protagonista indiscusso della serata, oltre alla sorpresa finale, è stato Tran, un simpaticissimo ragazzo australiano di ventitré anni nato e cresciuto nelle campagne australiane, che rispecchia a pieno il prototipo del ragazzo di campagna australiano che vi ho descritto prima: poco aggraziato nei modi di fare, un inglese incomprensibile a chi non è nato a meno di 10 minuti da casa, e una lattina di birra sempre in mano.
Appena dopo esserci presentati Tran ci offre subito da bere.
Un bicchiere di vino locale per Salvatore, una birra per Peiter ed una Coca Cola per me. Appena udita la mia richiesta, vedo Tran sgranare gli occhi e poi con tono sorpreso dice: -: “Are you the driver?”.
Rispondo di si. Actually ero abbastanza sicuro che ne Salvatore e ne Pieter avrebbero rinunciato a bere quella sera per cui a questo punto fare il driver sarebbe automaticamente diventato compito mio.
Confortato dalla mia risposta Tran prosegue con la sua birra e io con la mia Coca-Cola.
Per cena Joe ha comprato un bel pezzo di beef dal peso di 8 kg e lo aveva fatto cucinare per 4 ore a fuoco lento; d’aspetto più che invitante il beef alla Mobulkiana prevede un ripieno straripante di aglio, poco adatto a serate galanti ma decisamente rassicurante in caso di incontri ravvicinati con Vampiri e affini.
Dopo i primi giri di birre, Tran si mostra veramente eccitato dall’idea di provare il regalo che lui stesso aveva comprato per l’occasione. Una confezione con una trentina di dolcetti alcolici ai diversi gusti: cioccolato, pera, fragola, banana, ecc…
Tran da vero gentiluomo inizia ad offrirli in giro e giunto a me non si arrende al mio cordiale rifiuto dopo avergli ribadito che non avrei toccato alcool quella sera.
Al mio rifiuto, un po’ perplesso Tran mi chiede ancora: “Are you the driver?”
Un po’ stupito della stessa domanda che mi aveva già fatto qualche minuto prima gli ricordo di sì, actually I am the driver, e si stupisce a sua volta quando gli commento per me non bere alcolici durante una serata non costituisce una tragedia.
La serata continua placida e senza sussulti. Faccio conoscenza con Dave, un amico di Joe, anche lui sulla quarantina, australiano di origini olandesi.
Dave mi racconta che da poco aveva cambiato lavoro; dopo aver lavorato per 20 anni in una fabbrica di cioccolato a 46 anni aveva deciso di cambiare aria ed attualmente aveva 3 lavori: cameriere, insegnante di inglese e volontario in una casa di riposo. Gli faccio notare che sono molto colpito da questo atteggiamento, voglio dire: il fatto che in Australia la gente di qualsiasi età non ha paura di cambiare e rimettersi in gioco.
Finalmente arriva il momento della carne, dopo una cottura di 4 ore era il momento di iniziare! La carne è già pronta nei piatti quando Tran sbuca dalla cucina con un carico di birre da distribuire in giro. tutti allungano la mano verso l’ennesima lattina mentre io costretto ancora una volta a rinunciare volgo la sguardo da un altra parte con aria innocente.
Al mio rifiuto Tran mi guarda e poi dice: “Are you the driver?”.
Penso che Tran sia certamente distratto stasera e stavo per farglielo notare quando d’un tratto mi viene in mente un film che avevo visto qualche anno fa e che raccontava la storia di una ragazza che, a seguito di un incidente, soffriva di una malattia cerebrale che le causava la perdita della memoria a breve termine, e quindi ogni giorno dimenticava tutto ciò che le era accaduto il giorno precedente.
Fosse Tran affetto dalla stessa malattia?! E’ forse La sua memoria in grado di memorizzare le informazioni solo per qualche minuto?!
Il mio dubbio rimane ancora oggi.
La serata procede tranquillamente, quasi noiosamente per me unico sobrio circondato da ubriachi che continuavano a bere fiumi di alcol; mi fermo a parlare di nuovo con Dave che mi racconta che tra qualche settimana sarebbe partito per una vacanza a Bali, suggerendomi così l’ennesimo posto da visitare.
Dave, mi guarda un attimo e poi mi confessa timidamente che dopo aver lavorato per 20 anni in una fabbrica di cioccolato da poco aveva cambiato mestiere, anzi adesso ne sta facendo ben 3 diversi… Per un attimo ho iniziato a pensare che la perdita della memoria a breve fosse una malattia abbastanza tipica e diffusa a Monbulk. Sto per farglielo notare quando Dave si ferma e dice: “Ah già, questo te lo ho già detto!”.
Tiro un sospiro di sollievo e mi sento rassicurato per il mio future a venire in questa cittadina.
Giusto il tempo per un altro:” Are you the driver?” da parte di Tran che in casa arriva una ragazza alta, magra, dai lunghi capelli neri ed anche molto carina con un piccolo trolley ed un’amica un po’ in carne che l’accompagna; la ragazza coi capelli neri viene presa sottobraccio e accompagnata direttamente in una stanza sul retro.
Chiedo a Tran che cosa stesse succedendo, lui mi mette una mano sulla spalle e dice: stasera assisterai ad un grande spettacolo. La ragazza con la valigia che era appena entrata è una spogliarellista; chiamata da Tran per festeggiare il suo ennesimo compleanno quest’anno. Tran ha l’abitudine di celebrare il suo compleanno più volte durante l’anno e ogni volta per festeggiare chiama una spogliarellista (stasera stava festeggiando il ventesimo compleanno di quest’anno).
Senza scendere nei particolari la ragazza esegue uno show di 50 minuti indossando solamente due stivali neri, un po’ di schiuma da barba somewhere e qualche altro oggetto… Tran, essendo il festeggiato è stato il più coinvolto nello show.
Assistiamo più o meno partecipi allo spettacolo fintanto che la ragazza rientra nella stanzina, si spengono le luci, tacciono le luci, Tran è adesso completamente elettrizzato, a dorso nudo, cosparso di schiuma da barca con una scritta color blu sulla schiena. Lo vedo avvicinarsi al bar, con quell’allegria alticcia di chi è profondamente soddisfatto. Infila la mano nel frigo bar ed estrae sei lattine di birra ancora legate fra loro, poi fa per uscire in giardino.. mi passa di fianco.. si ferma.. torna indietro.. mi è davanti a me, mi guarda.. fa come per porgermi le lattine , sta per dire qualcosa.. poi si blocca, ci pensa un attimo e poi dice.. you can’t drink.. you are the driver isn’t’?.
Vedo la ragazza coi capelli neri che esce dalla stanzina alle spalle di Tran e si dirige verso la porta di ingresso con il suo trolley e I suoi lunghi capelli neri al seguito….Guardo tran, gli sorrido, e gli dico… “yes mate.. I am the driver…but thanks anyway”. ( Giuseppe Lop)

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Source: Giuseppe Lop

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